Obesità e dipendenza dal cibo: quando lo stomaco è nel cervello

Obesità e dipendenza dal cibo: quando lo stomaco è nel cervello

L’obesità è una malattia complessa che non riguarda solo ed esclusivamente le abitudini alimentari, ma anche gli aspetti psicologici per i quali il soggetto non è in grado di compiere delle scelte salutari in materia di cibo.

Viviamo in un’epoca di benessere ma anche di maggior consapevolezza sui rischi derivanti dal raggiungimento di una condizione di peso che diventa debilitante. Purtroppo, le persone affette da grave obesità, spesso, hanno sia una capacità motoria limitata che alterazioni metaboliche.

Il peso eccessivo mette a dura prova ossa e articolazioni, per cui muoversi, oltre che complesso, diventa anche doloroso. I pazienti che trascorrono molto tempo a letto o da seduti sono a rischio di lesioni cutanee e piaghe, spesso soggette a infezioni.

Valori elevati di glicemia e colesterolo rappresentano un elevato rischio di compromissione dell’apparato circolatorio e respiratorio e una maggior predisposizione al cancro e a malattie come l’aterosclerosi.

Perché si diventa obesi?

Come abbiamo detto, viviamo in un’epoca in cui le informazioni viaggiano in maniera veloce. Anche se i rischi citati sono importanti, notiamo che nei Paesi industrializzati e a medio reddito l’obesità è una malattia abbastanza diffusa, nonostante la consapevolezza sui rischi e le aspettative di vita.

La cura dell’obesità, soprattutto quella che riguarda l’obesità grave, è un’attività multidisciplinare che coinvolge più figure professionali. Alla iniziale prescrizione di diete e integratori si affianca un supporto psicologico, per arrivare all’intervento di chirurgia bariatrica.

L’intervento è necessario per aiutare il paziente a limitare l’assunzione incontrollata di cibo al fine di ridurre il peso e migliorare il quadro metabolico; In particolare si assiste ad una notevole regressione del diabete di tipo II.

Diversi studi scientifici evidenziano una diretta correlazione fra obesità e cervello, in particolare le aree cerebrali implicate nel sistema di gratificazione e ricompensa.

Che cos’è il senso di fame e da cosa dipende?

La fame è una sorta di campanello di allarme innescato dall’ipotalamo, dove sono presenti i centri nervosi che controllano la sensazione di fame e di sazietà. In un soggetto normopeso la reazione che spinge alla fame si attiva solo se c’è la necessità fisiologica di mangiare.

Tale meccanismo viene viziato quando invece l’individuo comincia a mangiare per piacere o per colmare un bisogno affettivo. Il cibo rifugge così alla funzione di costruire una riserva energetica, e il suo consumo viene regolato da altri fattori.

Il rapporto uomo-cibo si ribalta in cibo-uomo, laddove il cibo assume un ruolo preminente sulle capacità di scelta. Per questo motivo, così come accade per le droghe e per l’alcool, ad oggi possiamo parlare di dipendenza dal cibo.

Un team di ricercatori internazionale composto da esperti dell’università di Granada in Spagna e della Monash in Australia ha condotto un test su un piccolo campione di obesi con lo scopo di confrontare le loro reazioni davanti al cibo rispetto alle persone normopeso, i risultati sono stati presentati attraverso il rilascio di un documento dal titolo: “Brain correlates of the desire to food predict body mass index change in excess weight adults’

Lo studio ha messo in evidenza diverse connessioni funzionali nel sistema di gratificazione cerebrale. Nel dettaglio, il lavoro ha mostrato che alla vista di cibi golosi, nelle persone obese le zone del cervello reattive allo stimolo visivo sono state quelle della parte dorsale del nucleo caudato e la corteccia somatosensoriale. Queste aree sono proprio quelle implicate nelle modalità cerebrali di ricompensa.

Nei soggetti normopeso questo fenomeno non avveniva in quanto altre aree, tra cui la corteccia orbitofrontale, reagivano allo stimolo visivo del cibo. Questo studio, quindi, mira a sostenere che i cambiamenti neuronali in atto in un soggetto obeso sono simili a quelli riscontrati nei soggetti con dipendenza.

Seppure questo studio illustrato all’European College of Neuropsychopharmacology (Ecnp), e divulgato attraverso un comunicato ufficiale dal titolo Study shows that food may be addictive: research indicates food craving is ‘hard-wired’ in the brain, non dimostra la correlazione di causa-effetto, tuttavia può essere uno spunto per i medici per approcciare alla cura e alle tecniche di stimolazione cerebrale, per indurre il controllo del cibo che deve essere ingerito nei pazienti.

Secondo il dottor Ettore Corradi, direttore della Struttura complessa di Dietetica e Nutrizione clinica presso l’Ospedale Niguarda di Milano, la mancanza di freni inibitori davanti a certi cibi dipende anche da un atteggiamento atavico. Nella storia dell’uomo, infatti, il cibo è stata una conquista. Procacciare il cibo era un’attività rischiosa, faticosa, e non sempre l’uomo riusciva ad assicurarselo con continuità.

Il tal senso, si può essere innestato un meccanismo di mancato controllo verso alcuni cibi, ereditato da situazioni nelle quali si tendeva a fare scorta, tramite la classica abbuffata, quando veniva a mancare un alimento energetico.

Sia per i normopeso che per gli obesi, il cibo ipercalorico costituisce un piacere che sollecita le stesse aree cerebrali creando comunque un guasto nella capacità di scelta, che oggi, in un contesto di sovrabbondanza di cibo e di stile di vita sedentario, diventa l’anticamera dei problemi di peso.

Intervenire chirurgicamente: intervento bariatrico e stili di vita

Nell’obesità grave con un indice di BMI > di 35, l’intervento di chirurgia bariarica resta la soluzione ottimale. Questa consentirà al paziente, se seguirà scrupolosamente la dieta e l’assunzione di farmaci e integratori, di raggiungere i propri obiettivi.

A prescindere dal tipo di intervento effettuato, il paziente bariatrico presenterà carenze di micro e macronutrienti oltre che di oligoelementi e Bio Italia srl mette a disposizione della classe medica e dei pazienti bariatrici un’ampia gamma di prodotti specifici, costituiti da integratori e alimenti a fini medici speciali che possono supportare il paziente bariatrico nei propri bisogni nutrizionali.

Per quanto riguarda gli interventi di tipo restrittivo Bariatric compresse rappresenta la soluzione ottimale con una composizione equilibrata nel pieno rispetto dei valori nutrizionali di riferimento. Grazie al suo contenuto permette il giusto apporto di vitamine e minerali, e consente di evitare le problematiche dovute a eventuali carenze nutrizionali

Bariatrifast, disponibile in compresse e bustine è l’unico alimento a fini medici speciali indicato dal Ministero della Salute per il regime alimentare post chirurgia bariatrica. Trova impiego sia negli interventi di tipo malassorbitivo che nel periodo che segue tutti gli interventi in cui il paziente deve seguire una dieta liquida/semiliquida.

Gli integratori Bio Italia sono disponibili in tutte le farmacie. L’assunzione di integratori non deve sostituire una dieta equilibrata e uno stile di vita salubre. Gli integratori Bio Italia sono specifici per i pazienti sottoposti a intervento di chirurgia bariatrica e sono approvati dal Ministero della Salute.